Le macchine non diverrano senzienti: è l’uomo che non lo è
Prendo spunto dalla montagna di minchiate che si vanno dicendo in questi giorni sull’esperimento interrotto da Facebook, in cui due bot (automazioni guidate da intelligenza artificiale) hanno dialogato usando un linguaggio particolare.
A prescindere dal fatto che, come al solito, la stampa non capisce una ceppa e spara cazzate al solo scopo di raccattare click (se volete sapere perchè cercatevi dei testi che lo spieghino), la storia in sé mi è funzionale per parlare di qualcosa di cui da tempo volevo trattare.
Un giorno (presumibilmente neppure troppo lontano), l’uomo riterrà di aver creato una forma di autocoscienza, perchè si ritroverà di fronte a qualcosa che si comporterà in modo indistinguibile da un essere umano. E sarà il momento in cui commetterà il suo errore più immenso.
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